L'AI Archeologa del Gusto: Come la Tecnologia Sta Rivoluzionando la Ricerca Culinaria

È vero che non bisognerebbe portare l'IA ovunque, ma questo aspetto potrebbe essere interessante per scoprire ricette dimenticate del post del blog.

Fabrizio Mazzeo

7/2/20254 min read

Il contenuto Quando l'Intelligenza Artificiale Diventa Chef

Vi ricordate quando IBM nel 2012 decise di insegnare a un computer a cucinare? Insieme all'Institute of Culinary Education di New York, crearono Chef Watson, un sistema che riusciva a sfornare ricette che nessun essere umano avrebbe mai immaginato. Ma quello che sembrava solo un esperimento divertente si è trasformato in qualcosa di molto più profondo: l'inizio di una rivoluzione che ci sta aiutando a riscoprire sapori perduti da secoli.

Chef Watson ha "divorato" oltre 10.000 ricette dalla collezione di Bon Appétit, imparando quali ingredienti stanno bene insieme e perché. Ma questa è solo la punta dell'iceberg di una trasformazione che sta investendo tutto il mondo della ricerca gastronomica.

I Giganteschi Archivi Digitali del Cibo

La vera svolta è arrivata quando alcuni ricercatori hanno iniziato a creare enormi archivi digitali che raccolgono tutto quello che sappiamo sul cibo. Pensate a RecipeDB: un database sviluppato in India che contiene ben 118.000 ricette da 74 paesi diversi, tutte analizzate nei minimi dettagli da algoritmi super intelligenti.

E poi c'è FlavorDB, che è come un'enciclopedia dei sapori: contiene i profili aromatici di quasi 1.000 ingredienti naturali. Messi insieme, questi archivi ci permettono di capire finalmente perché certe combinazioni di ingredienti funzionano da millenni.

Come spiegano i ricercatori in uno studio pubblicato su Nature, questa "gastronomia digitale" ci offre "una comprensione sistematica delle arti culinarie, studiando le ricette dal punto di vista del gusto, del valore nutrizionale e dell'impatto sulla salute".

Quando l'AI Legge i Libri di Cucina Antichi

Ma ecco il colpo di scena: mentre questi database crescevano, dall'altra parte del mondo gli archeologi stavano facendo una scoperta incredibile. Le stesse tecnologie che riescono a decifrare ricette moderne possono essere usate per leggere testi antichissimi.

Come racconta Nature, oggi le reti neurali riescono a decifrare "dai classici greci e latini fino agli antichi testi cinesi scritti su ossa di animali e gusci di tartaruga". Il Vesuvius Challenge, per esempio, sta usando l'intelligenza artificiale per leggere i papiri carbonizzati dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. - documenti che fino a ieri erano considerati illeggibili per sempre.

I ricercatori del MIT sono riusciti addirittura a creare un sistema che può decifrare lingue completamente scomparse, senza nemmeno sapere a che famiglia linguistica appartengano. Stiamo parlando di una rivoluzione che "sta dando ai ricercatori più dati di quanti ne abbiano avuti per secoli".

L'Incontro Magico: AI + Storia del Cibo

Ed ecco dove le cose diventano davvero interessanti: cosa succede quando uniamo la capacità dell'AI di capire i sapori con quella di leggere testi antichi? Nasce la possibilità di ricostruire ricette che credevamo perdute per sempre.

James Briscione, chef e ricercatore all'ICE che ha lavorato con Watson fin dall'inizio, lo spiega così: "Per la maggior parte del tempo, Watson non ci dava ricette complete. Ci suggeriva combinazioni di ingredienti, e poi toccava a noi trasformarle in piatti veri. Ma era fantastico come esperimento mentale: tu e un altro chef potevate prendere gli stessi ingredienti suggeriti da Watson e creare piatti completamente diversi."

Quello che Sta Succedendo Davvero Oggi

Mentre molti progetti sono ancora nelle fasi di ricerca, alcuni chef visionari hanno già iniziato a sperimentare:

Il Ritorno del Garum Romano

Il famoso ristorante Noma di Copenaghen ha davvero riportato in vita il garum, quella salsa di pesce fermentato che era il "ketchup" dell'antica Roma. Come racconta Quartz, René Redzepi e il suo team hanno creato versioni moderne usando ali di pollo e tecniche di fermentazione giapponesi per replicare quello che facevano gli enzimi digestivi dei pesci 2000 anni fa.

Alla Ricerca degli Orti Perduti

All'università Duke stanno usando l'intelligenza artificiale per ricostruire non solo le ricette, ma addirittura i paesaggi antichi - studiando "come coltivavano i romani" e "quali piante usavano come medicina".

I Rischi del Giocare con la Storia

Ma non è tutto rose e fiori. Abraham Gibson, professore di storia all'Università del Texas, ci mette in guardia: "C'è un grosso rischio quando noi storici deleghiamo l'analisi a una macchina. Rischiamo di perdere quella comprensione profonda che solo l'esperienza umana può dare".

E poi c'è un problema più sottile, che gli esperti di archeologia digitale stanno iniziando a studiare: "L'integrazione dell'AI in archeologia può portare a semplificare troppo dati complessi, trasformando ipotesi provvisorie in verità definitive".

Il Problema dei Gusti Perduti

Ecco una questione che mi affascina particolarmente: l'AI può dirci che nel 1347 a Firenze si usava una certa spezia, ma non può spiegarci che sapore aveva davvero all'epoca, o come la percepivano i palati medievali.

Le varietà antiche di ingredienti erano spesso molto diverse da quelle di oggi - più intense, più amare, più dolci. E poi molte ricette storiche erano volutamente vaghe per proteggere i segreti commerciali. Il rischio è quello di creare "fantasie culinarie" moderne che si mascherano da autenticità storica.

Come Funziona il Test della Realtà

Per evitare di cadere in questi tranelli, i ricercatori stanno sviluppando metodi sempre più sofisticati. Per esempio, hanno creato quello che chiamano il "Turing Test per Chef": presentano ricette vere e ricette generate dall'AI a chef esperti, che devono indovinare quali sono autentiche. È un modo per verificare se l'intelligenza artificiale sta davvero capendo l'essenza della cucina o se sta solo mettendo insieme ingredienti a caso.

Il sistema sviluppato da IBM Research "combina archivi di ricette, ingredienti, composti chimici del sapore e anche dati psicologici su come percepiamo il gusto, per creare ricette nuove ma che abbiano senso".

Il Futuro ha il Sapore del Passato

L'obiettivo finale non è sostituire l'intuizione umana, ma potenziarla. Come dice Steve Abrams di IBM: "Watson amplifica la creatività umana. È una vera collaborazione tra l'uomo e la macchina".

Immaginate cosa potremmo scoprire: ricette dei banchetti imperiali romani ricostruite da frammenti di testo, miscele di spezie medievali decifrate da manoscritti rovinati, tecniche di cottura maya recuperate da iscrizioni su pietra.

Conclusioni: Tra Innovazione e Tradizione

Siamo all'inizio di un'avventura affascinante. L'intelligenza artificiale sta aprendo porte che credevamo chiuse per sempre, permettendoci di "assaggiare" il passato in modi che fino a ieri erano pura fantascienza.

Progetti come Chef Watson ci mostrano il potenziale dell'AI nella creatività culinaria, mentre database come RecipeDB trasformano la saggezza gastronomica globale in qualcosa che le macchine possono studiare e comprendere.

Ma la lezione più importante rimane sempre la stessa: la tecnologia funziona meglio quando amplifica l'esperienza umana, non quando la sostituisce. Come conclude la ricerca di Nature: "Catturare l'esperienza e la creatività di uno chef in un algoritmo ci offre l'opportunità entusiasmante di creare un universo di ricette mai viste prima".

In un mondo che sembra sempre più uguale ovunque, forse la vera innovazione sta proprio nel riportare alla luce quella diversità culinaria che pensavamo perduta per sempre. Un sapore ritrovato alla volta. mio post